Koji Yakusho, premiato come Migliore Attore al Festival di Cannes 2023, è protagonista dell’ultimo film di Wim Wenders. Il regista tedesco torna a emozionarci con ‘Perfect Days’, titolo ispirato al grande successo musicale di Lou Reed ‘Perfect Day’, al quale aggiunge una S: una consonante molto importante che nel passaggio dal singolare al plurale modifica ancora più positivamente il messaggio del testo di Reed rendendolo uno stile di vita, una serie di giorni perfetti.
I ‘giorni perfetti’ sono quelli di Hirayama, un giapponese che lavora come addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo e che conduce una vita semplice, scandita da una routine quotidiana. Si dedica con cura e passione a tutte le attività della sua giornata, dal lavoro all’amore per la musica, ai libri, alle piante, alla fotografia e a tutte le piccole cose a cui si può dedicare un sorriso.
Tuttavia non è la routine in sé che conta. La routine, nel moltiplicare le nostre giornate perfette, ci aiuta ad apprezzare il presente, a vivere adesso, a cogliere l’attimo, fotografare quel momento speciale in cui la luce filtra dagli alberi (komorebi). Un film di poche parole e azioni ripetitive ma pieno di significato. Amare sé stessi significa fare tutto con dignità, significa conoscersi e accettarsi e, anche, imporsi agli altri, a quelli che non comprendono e giudicano.
Hirayama, uomo solitario di mezza età del quale intuiamo un passato da cui è voluto scappare, ha qualcosa di speciale, una grande qualità: quella di piacere al mondo dei giovani, i quali si sentono attratti e capiti da lui. Non è questo un grande messaggio di speranza che il regista Wenders ci invia? Non è questo il significato del volto ridente, anche se commosso, di Hiroyama, uno sguardo che rimane indelebile negli occhi dello spettatore?
‘Perfect Days’ è costellato di numerosi riferimenti culturali, sia letterari e musicali: oltre al già citato Lou Reed, William Faulker, Patricia Highsmith, Aya koda, Patti Smith, The Animals e Van Morrison.
