Il racconto della vita dell’artista con le sue riflessioni, gli anni di Parigi, il rapporto epistolare col fratello Theo, la vita ad Arles, l’amicizia travagliata con l’artista Gaugin, il manicomio e in ultimo il grande mistero che ancora avvolge la sua morte. Un autentico flusso emotivo in soggettiva, che pare comporsi via via, piano piano, davanti a noi, proprio come fosse un quadro, a grandi pennellate. Il ritratto dell’artista più amato e incompreso, a cui l’arte e la sensibilità moderna devono di più.
Nel gennaio 2024 il testo ‘Io, Vincent Van Gogh’ ha vinto la XVII edizione del Concorso Europeo per il Teatro e la Drammaturgia Tragos per la Sezione Autore Contemporaneo.
NOTE DI REGIA
Sapevo con esattezza quello che non volevo fare: una lezione teatrale, spiegare, descrivere, commentare, proiettare immagini di quadri o interpretare davvero come attore in prima persona il personaggio di Van Gogh.
Da queste premesse ne è nato un testo a nuovo che si inserisce nella linea artistica da qualche anno indicata dagli album “Non chiamatemi maestro”, “Iliade”, “Poesia la vita” e “Dante Inferno”.
Una serie di ballate poetiche che accompagnano lo spettatore in un percorso emotivo forte e credo originale.
Ognuno di noi sarà Van Gogh, in prima persona, in soggettiva, in piena immersione.
Ognuno potrà perdersi in storie conosciute o poco note, attraverso un percorso originale e spero emozionante e commovente. E’ più grande l’arte o la vita?
E’ la grande domanda che pervade tutto il racconto, alla quale non c’è in realtà una risposta immediata.
Davanti alla natura infatti non sei niente.
La natura è fonte infinita di ispirazione per ogni artista, ma è anche irraggiungibile.
Più ti addentri, più ti perdi e ti distruggi, venendone assorbito.
In questo percorso, in questa narrazione, ho cercato, in pieno stile Van Gogh, la pienezza, il diamante.
Ne restituisco dunque al pubblico il percorso più vero e più originale che io sia riuscito ad immaginare”.