Una grande villa, un’importante famiglia nobile, un’eredità contesa. Luigi Valloncini Landi, in pensione dopo aver esercitato la professione di medico per cinquant’anni, scrive un libro che racconta il mondo dell’alta società italiana tra luci e ombre, attraverso la storia dei conti Inverardi della Pieve. Figlio di un cameriere e di una cuoca a servizio presso gli Inverardi, egli ha potuto studiare medicina grazie all’interessamento del conte Gilberto, diventando medico condotto. Il suo è un punto di osservazione privilegiato, poiché ha vissuto buona parte della vita a contatto con gli aristocratici protagonisti del romanzo, venendo a conoscenza dei loro segreti, le sofferenze, i rimpianti, le passioni. Tra balli e cacce alla volpe, lussuosi bordelli e remoti conventi, circoli esclusivi e corse di cavalli, il lettore rivive le vicende della famiglia in un arco di tempo che va dai primi anni del Novecento ai nostri giorni. Valloncini Landi ripercorre anche la storia dei servi degli Inverardi, le cui vite si sono spesso intrecciate con quelle dei padroni. Duelli, notti di passione, guerre ed epidemie, principi decaduti, figli illegittimi, dive in tournée, investigatori privati, piccoli gerarchi: non manca nulla in questa grande saga, incentrata sulla contesa eredità del conte Gilberto, del quale Valloncini disegna un indimenticabile ritratto.
‘Il testamento del conte Inverardi’ di Gino Valloncini Landi, Salani Editore, 656 pagine, Euro 18,90.
