John Le Carrè (1931 – 2020), uno degli scrittori di spionaggio più prolifici della letteratura, è lo pseudonimo di David John Moore Cornwell, ex agente segreto del Secret Intelligence Service. Nato in una cittadina del Dorset, Inghilterra, e laureato ad Oxford in letteratura tedesca, alla fine degli anni ’50 entra come funzionario nel Ministero degli Esteri britannico, svolge varie ambascerie e in seguito viene reclutato dall’MI6. Il suo primo romanzo, ‘Chiamata per il morto’, risale al 1961. Smessa l’attività da agente, si dedica alla scrittura ottenendo ampi consensi a livello internazionale. Tra i suoi best-seller ricordiamo ‘La spia che venne dal freddo’, ‘La talpa’, ‘La tamburina’, ‘La casa Russia’, ‘Il sarto di Panama’, ‘Il nostro traditore tipo’, da cui sono stati tratti film e serie di grande successo. Acuto osservatore della condizione umana e allo stesso tempo della geopolitica contemporanea, Le Carré è stato autore di 27 romanzi pubblicati in oltre 50 paesi e in 40 lingue.
Sean Connery e Michelle Pfeiffer nel film ‘La casa Russia’ (1990) di di Fred Schepisi
Benedict Cumberbatch e Gary Oldman nel film ‘La Talpa’ (2011) di Tomas Alfredson
Florence Pugh nella serie ‘La Tamburina’ (2018)
Quando è morto alla fine del 2020, all’età di 89 anni, Le Carré si è lasciato alle spalle un tesoro di lettere rivolte ai membri della sua famiglia, a politici come Margaret Thatcher, ad attori come Hugh Laurie e Gary Oldman, a colleghi romanzieri come Philip Roth e Ian McEwan, e alla moglie Jane. Tim Cornwell, il terzo dei quattro figli di le Carré, ha preso in mano tutto questo materiale e ne ha curato la pubblicazione (in Italia è edito da Mondadori). ‘Vita privata di una spia’ abbraccia sette decenni, dal 1945 al 2020, e racconta non solo la vita dello scrittore, ma anche i tempi turbolenti di cui è stato testimone. Ne emerge un ritratto indimenticabile non solo dello scrittore, ma anche di un uomo fuori dall’ordinario.
